La Lebenswelt infinita con l’oggetto “a” e la langue toquade. Da Marguerite Duras con Jean Baudrillard, Roland Barthes, Jacques Lacan, l’amore irredento di Aurélia Steiner e il poeta saraceno│ Aurélia Steiner ♦ Aurélia Judéia PedregosoAurélia Kylie Mynought ♦ Aurélia Jewess Stone ♦ Aurélia Steiner de Buenos Aires│La langue toquade, che è la lingua capriccio, è la langue dessous, la lingua di sotto, c’est l’amour qui parle au désir. La “langue-plat”, la langue qui flatte. Aurélia Steiner vs le pelotage de la toquade.
Mese: agosto 2014
Harlequin, le luci per favore ♦
Harlequin & V.S.Gaudio ♦ Minintersvista on Uh Magazine

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VS
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A darti le stesse misure di quella mia amica, che in te si è reincarnata, saresti una brevilinea ectomesomorfa(mesomorfa strepitosa e patagonica lo sei nelle raffigurazioni di Raf Martinetti)con una diffrazione degli indici morfologici tra sopra e sotto, ecco perché se ti inginocchi hai un podice da indice costituzionale superiore a 54(da brevilinea mesomorfa) che fa pensare a un pondus “alto” almeno 16, invece è “medio”, sta tra 28 e 30.
(…)
♦ dall’Intersvista con V.S.Gaudio, prossimamente su “Uh Magazine”♦
DI TUTTE LE MERAVIGLIE DELLA NATURA LA PIU’ NOTEVOLE E’ L’INDICE CHE COMINCIA A PAGINA 36
Di tutte le meraviglie della natura, tolto l’albero d’estate che era la più notevole per Woody Allen, eccezion fatta, forse, per un alce con le ghette che canta Embreceable you, la più notevole per V.S.Gaudio è un indice di un romanzo che comincia a pagina 36, quantunque l’esemplare considerato possa sempre essere inequivocabilmente ritenuto una copia del diavolo. Questo libro, considerando i capitoli numerati da I a IX, è come la maturità di una persona che non si misura dall’età ma dal modo in cui reagisce quando corregge le bozze per almeno 2 anni e scopre che se tutto ha inizio a pagina 36 potrà fare a meno di pagare il tipografo che gli ha stampato 35 pagine in bianco o, specialmente se avendolo fatto per la famosa parola omessa che in gergo è il “pesce” e perciò è prodotto in bianco per quel faccendiere giornalista professionista socialista originario del Parco del Pollino, sotto quell’altro paese in cui quel mai così elogiato regista e documentarista ebbe a immortalarne gli abitanti, un po’ ombroni un po’ arbrëshë, come “i dimenticati”, perché intenti a fare puntualmente, on demand, si direbbe oggi al tipografo, a maggio il famoso albero della cuccagna, ovvero il palo di maggio che, se andiamo a vedere, omissione per omissione, pesce per pesce, sembra che sia ritenuto il mese del gaudio.
Comunque, che importanza hanno le pagine da 1 a 35 se il romanzo comincia a pagina 36, specialmente se avete l’equo canone nel vostro paese di nascita e di residenza, in cui tutto(si fa per dire, visto che può davvero tutto cominciare a pagina 36…)o quasi tutto, per ascendenti a destra e a manca dovrebbe essere vostro? La cosa da ricordare è che ogni pagina ha le sue parole e i suoi numeri, mentre è difficile riuscire a capire che allora stando così le cose perché non numerarlo da pagina 1 cominciando appunto da pagina 36? Il problema fondamentale dell’indice che comincia a pagina 36 è che non si può pretendere di scrivere una prefazione a una riedizione di un romanzo dopo 36 anni, e non è una delle poche cose che si possa fare stando sdraiati quantunque la leggenda celtica conceda particolari sollazzi alla libido stando sdraiati all’ombra del noce come se foste il dio Llyr, anche se poi, come in un seminario di Lacan, la ragazza con cui avete fornicato e che trasformerete in Piccolo Cane sta giocando amorevolmente con un pescatore sulla riva e vi accorgete che, buon Dio, allora il pesce non manca, cos’è dunque questa storia del significante o della parola omessa, che cosa vorrebbe diffondere la setta dei tipografi(o è quella degli editori piccoli-ma anche i grandi non scherzano- seppure possano essere a comando o a domanda, insomma a pagamento?) che non sia già nella rete[che se fa “gugul” nel dialetto fanese di Gabriele Ghiandoni come la “rete a strascico”, google allora chi se lo è inventato?] della comunicazione? Considerate allora: è veramente così terribile il pesce? O è la parola mancante che fa sì che il pioppo possa essere considerato, all’ora giusta, quantunque Llyr sia un bel cornutone e stia all’ombra del noce, l’albero del demone meridiano? La prima regola della riparazione [“Se non è rotto non lo puoi aggiustare”] andrebbe commutata in: “Se non l’aggiusti è perché non vuoi più romperlo”. La seconda regola[ “Tieni tutto”] diventa: “Mandagli la copia sbagliata”. D’altronde che diceva O’Brien? “Niente è mai fatto per le buone ragioni”. Di sicuro queste le regole assolute per la nuova editoria a pagamento o su domanda:
1.Se l’indice comincia a pagina 36 non è detto che manchino 35 pagine, ancorché sia stato appurato che il famoso pondus di Bettie Page fosse nell’ordine dei 35”1/2.
Questa è una delle tante richieste fatte da V.S.Gaudio in
merito al deposito degli esemplari d’obbligo: ad onor del vero
bisogna dire che la Procura di Rossano [che è tra le 38 Procure
in soppressione di cui al decreto legislativo recante
“Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e
degli uffici del p.m. in attuazione dell’art.1, comma 2, della Legge
14 settembre 2011 n.148”: cfr. pag. 6 e 20 del pdf sfogliabile del “Sole 24 Ore”:
Filsole24ore.2012-07-06/capolinea-tribunali-sezioni-distaccate-pdfsfogliabile]
fu la sola ad aprire almeno un fascicolo 45 e a dichiarare, per bocca
degli investigatori (mainvestigatori di che cosa?Dell’ufficio mancante nella
propria Procura o del mancato atto d’ufficio della Prefettura a cui afferiva
la tipografia di Rossano(Cs) che stampò- ed era fallita e chiusa, come
dissero i finanzieri in aliquota alla suddetta Procura- il volumetto bootleg
titolato Manualetto della Manomorta per conto dell’editore Scipioni
della provincia di Viterbo?), di non essere dotata di alcun
Ufficio Deposito Esemplari d’obbligo;
nessuna delle Prefetture(Cs; Bo;Roma;Cz)e delle altre Procure
(Lamezia Terme;Bo;Roma) interpellate fece l’atto d’ufficio richiesto.
2.Se nell’indice non c’è scritto cosa c’è scritto nelle prime 35 pagine, e non è il 35 il numero dell’uccello come nella Smorfia si contempla, il libro costa lo stesso anche se c’è il codice a barre.
3.Se c’è scritto regolarmente fino a pagina 35 e nell’indice non c’è scritto niente, vuol dire che il libro comincia, avviene, da pagina 36.
4.Se un libro comincia a pagina 36 e per questo l’indice parte da pagina 36 vuol dire che è inutile leggere le prime 35 pagine.
5.Se è inutile leggerle, allora perché scriverle e addirittura stamparle?
6.Se un libro comincia a pagina 36 gli esemplari d’obbligo possono cominciare da pagina 74?
7.Se l’esemplare d’obbligo, metti che ci fosse ancora la Legge 2 febbraio del ’39, n.374, in vigore fino a quando per le mie denunce hanno dovuto in fretta e furia rifarne un’altra senza alcun obbligo, cominci con l’indice a pagina 36, la Procura della Repubblica avrebbe sequestrato il libro pur non avendo in sede il proprio Ufficio degli esemplari d’obbligo? E la corrispondente Prefettura cosa avrebbe fatto, un decreto sul passo carrabile a raso nella strada provinciale dove si trova la tipografia che ha stampato l’indice?
Chiosa mia Nonna dello Zen:
“Se fosse stata la Smorfia, questo 36 delle Castagnelle, le nacchere, di sicuro non potremmo essere nella testa dell’artefice dell’indice per svelarne l’arcano a meno che, per nacchere o castagnelle che siano, non si debba intendere il corno ebreo o lo Shofar. A 35 sarebbe stato l’Uccello, e se lo vuoi, non è in saldo, che è un po’ il Principio di Finman sui saldi applicato al (-φ) punzone di Lacan; ma se ti piace davvero, non hanno la misura e se ti piace e hanno la misura e ti sta bene costa troppo; se te lo puoi permettere e hanno la tua misura e ti sta bene e ti piace, la prima volta che apri il libro…boom, sparisce, si dissolve!”
● Come non scritto: l’indice comincia a pagina 37, e nella Smorfia è il Monaco…e allora “Errare è umano; dare la colpa a un altro ancor di più”. Chi ride probabilmente pensa ancora che l’abito faccia il monaco.
Anche perché ineffabile è la Legge di Jones sull’editoria: “Gli errori si vedono solo quando il libro è stampato”, specialmente se è stampato ad hoc. A questo punto, prima di mandargli la copia all’autore[che, lo si sa, la prima pagina che guarda non è quella col peggior errore ma è quella dell’indice che comincia a pagina 37, che, se è il Monaco, è un po’ come la macchina fotografica senza rullino con cui negli anni settanta a un poeta in reading in una galleria d’arte di Bologna Silvia Zangheri fece istantanee immortali] , strappategli la pagina dell’indice…
[Ó luglio 2012]
L’oggetto a del poeta tra altri due indici
L’oggetto a del poeta
tra altre due meraviglie della natura:
tra l’ indice del pondus 14, a dx, e l’ indice del pondus 20, a sx,
che, a conti fatti, sono entrambi nell’orbita
del 36…pollici, o, quantomeno, essendo dotate del patagonismo
acrobatico è questa misura(del pondus) che fanno orbitare
per l’occhio del poeta-visionatore:
l’indice 14 , l’indice 20, e i 36 pollici…
altro che “Smorfia”, questa è assolutezza matematica:
è la patafisica somatica!
Stimmung-Twitter™ con Jean Arp │La vacca
La vache cammina nella pergamena/si perde in un libro di carne/un pelo de ce livre pèse une livre/una libbra di vacca: l’oggetto “a”?│by Arp
— v.s.gaudio (@vuessegaudio) 16 Agosto 2014
▐ Mourning Robin Williams
▐ leggi anche on tribeca
▐ Bellmershummulo
anonimadelgaudha rebloggato1910-again
Origine dello shummulo 299 ♦ Bellmershummulo 2
1910-again:
Hans Bellmer, Idée Sur Les Romans 1961
● Lo sguardo del fallo
Ogni personaggio che si vede vedersi,in realtà si vede ascoltarsi,la jouissance è come ogni figura femminile di Hans Bellmer, in cui l’oggetto a, che è lo sguardo, è il fallo che, in ogni suo esserci in scena, la sta riempiendo nella misura in cui il significante di deplezione del suo désir la sta simultaneamente vuotando. L’oggetto a, lo sguardo, è come una delle due grandi dimensioni del segno(1),quella in cui può essere letto in sé come una totalità di significazioni, cioè come una essenza o, meglio, come una assenza,poiché il segno,e perciò lo sguardo, l’oggetto a, designa ciò che non è là. E ciò che non è là, in scena, è l’oggetto a, lo sguardo del fallo,ma che non è altrove, altrimenti l’osservatore della scena, cioè lo scrutatore della fotografia, non avrebbe potuto essere in ascolto perché, se immaginare è spiegare un segno, se lo sguardo fosse stato altrove, non ci sarebbe stata nessuna immagine. (1) Cfr.Roland Barthes,Proust et le noms,in :Roland Barthes,Le degré zéro de l’écriture,suivi de Nouveaux essais critiques,Editions du Seuil,Paris 1972 :pag.132. ►da : v.s.gaudio, il terzo senso fotografico. L’immagine seducente, © 2003│
Meccanica e pneumatica olandese ░
• Sospensioni pneumatiche olandesi
L’ex pallavolista olandese Caroline Wensink |
Che magnifiche sospensioni pneumatiche dalla finestra della FCA[i]
Mi viene in mente, per il cambiamento del nome e del nuovo status legale e fiscale dell’industria automobilistica di Torino, il periodo delle sospensioni pneumatiche di cui al testo per l’”Hold Me” di Silvestri, non è una faccenda di “pingapa-song” e nemmeno di “poetry-song”, d’accordo, ma se il quadrato, il triangolo e la ruota, o il cerchio che sia, messi insieme nel nuovo logo potessero realizzare quello che simboleggiano, avremmo, in riferimento a quelle patagoniche sospensioni pneumatiche che tanto hanno tirato su al meridiano il mio oggetto a in tutti questi anni[ii], facendo una inattesa capatina nella sede legale in Olanda, la visione di seni che realizzano concretezza, solidità connesse dal movimento armonico e continuo della ruota alla tensione evolutiva e alla perenne energia del triangolo? E che seni sarebbero questi così tesi e solidi, concreti e in tensione evolutiva? Saranno come i seni de “La madre e le due figlie” di cui riferiva Gomez de la Serna[iii]? Che hanno un busto opulento e avanzano tutt’e tre fieramente, come per un assalto alla baionetta; la madre in mezzo alle due figlie, ancora in gamba e bella, e come una sorella delle sue figlie, al dire di tutti, cammina gonfia della fierezza d’esser la creatrice di quei seni simili ai suoi seni, cammina distribuita e moltiplicata nelle sue due figlie, e la sua grande gioia consiste nel poter dimostrare al mondo che la pompa delle sue figlie non è vana, non è la solita pompa effimera e caduca, bensì robusta e duratura, che è il quadrato che ha originato la “F”. Oppure, finalmente, il visionatore, quel poeta, che lì in Fiat arrivò con gli zoccoli olandesi, adesso in Olanda potrebbe imbattersi in donne coi seni azzurri, coi seni rosa e coi seni rossi, come si augurava in un suo aforisma Gomez de la Serna. Che non siano come i seni delle statue che non persuadono anche quando il marmo, dice Gomez de la Serna, è carnoso, ricco, trasparente, i seni delle statue si agghiacciano, congelano, quelli in giardino; quelli al Museo, non servono a nulla perché nessuno li tocca. Si può pensare che, una volta lì in Olanda, ci si metta a guardare dalla finestra di un piano alto i seni che passano sotto e cosicché li si possa vedere nella loro giusta dimensione, anzi capiterà che quei seni, che abbiamo scorto davanti in strada, che non erano un gran che, adesso dalla finestra della FCA, esclamiamo: “Benedetto Gaudio, che enormità, che magnifiche sospensioni!”.
[i] Cfr. ð i loghi da fiat e chrysler a fca
[ii] Cfr. ðIl poeta trattenuto dalle sospensioni a balestra
[iii] Ramón Gomez de la Serna, Seni, trad.it. Dall’Oglio editore, Milano 1978.
¨ Non si può nascondere che il quadrato, il cerchio e il triangolo formino lo schema verbale dell’ex pallavolista olandese che sintetizza concretezza, solidità, tensione evolutiva e movimento |